I calcoli renali sono piccole concrezioni solide che si formano all’interno dei reni o lungo le vie urinarie, quando alcune sostanze normalmente disciolte nelle urine, come calcio, ossalati o acido urico, diventano troppo concentrate, precipitano e cristallizzano. Non tutti i calcoli sono uguali: esistono infatti diverse tipologie, ognuna con caratteristiche e cause differenti.
La dieta gioca un ruolo chiave sia nella prevenzione sia nella riduzione del rischio di recidiva. Bere molto è la prima e più efficace strategia preventiva. Un buon obiettivo è mantenere le urine chiare durante la giornata, segno che la diuresi è adeguata.
Idealmente, l’apporto idrico giornaliero dovrebbe superare i 2 litri, modulato in base a età, peso corporeo, clima e attività fisica. Le strategie alimentari, invece, cambiano a seconda del tipo di calcolo, ma alcuni principi generali valgono per tutti.
Gli ossalati sono presenti in molti alimenti di origine vegetale, come spinaci, bietole, barbabietole, rabarbaro, cacao, noci e tè nero. In soggetti predisposti, un eccesso può favorire la formazione di cristalli di ossalato di calcio.
Una dieta a basso contenuto di ossalati, associata a un adeguato apporto di calcio alimentare (non di integratori), può ridurre il rischio di nuovi calcoli. Il calcio introdotto con i pasti, infatti, si lega agli ossalati nell’intestino, impedendone l’assorbimento e la successiva eliminazione nelle urine.
Un eccesso di carne, pesce e uova aumenta la produzione di acido urico e rende le urine più acide, creando un ambiente favorevole alla formazione dei calcoli uratici. È consigliabile limitare le porzioni di proteine animali, privilegiando legumi e fonti vegetali di proteine.
Un elevato consumo di sodio favorisce la perdita di calcio con le urine, aumentando il rischio di calcoli. Meglio limitare l’uso di sale e di alimenti industriali ricchi di sodio (salumi, formaggi stagionati, snack).
Le bevande zuccherate, in particolare quelle con sciroppo di mais o fruttosio, possono alterare il metabolismo dell’acido urico e favorire i calcoli. L’acqua resta la scelta migliore.
Negli ultimi anni, la ricerca ha mostrato un interessante legame tra microbiota intestinale e formazione dei calcoli renali.
Alcuni batteri intestinali, come Oxalobacter formigenes, Lactobacillus e Bifidobacterium, sono in grado di metabolizzare gli ossalati, riducendone l’assorbimento intestinale e quindi la quantità che raggiunge i reni.
Anche se la supplementazione con probiotici non è ancora una terapia standard, in alcuni casi può rappresentare un supporto utile per chi tende a sviluppare calcoli ricorrenti, sempre sotto controllo medico.
Gestione acuta del calcolo
Quando un calcolo si muove lungo le vie urinarie, può causare la classica colica renale: un dolore intenso, a volte accompagnato da nausea o sangue nelle urine.
In questi casi, la terapia medica mira innanzitutto al controllo del dolore (con farmaci antinfiammatori o analgesici specifici) e alla facilitazione dell’espulsione del calcolo.
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Bibliografia